10 Giu Insieme
Posted at 16:43h
in il mio album di famiglia
Questa è la storia di un ossessionata mamma fotografa che non può e non vuole arrendersi all’impossibilità di ottenere una fotografia dei suoi due piccoli trofei, uno accanto all’altro, nella stessa inquadratura, come si confà a due bravi fratellini che si vogliono bene.
La storia comincia così: c’era voluto un bel po’ per far capire a Nathan cosa fosse un fratello.
Una volta compreso che, d’ora in poi, il tempo e le attenzioni di mamma si sarebbero divise a metà con il malefico intruso, era inevitabilmente scattata la gelosia.
Poco da fare, Nathan non vedeva di buon occhio quella specie di cagnolino bavoso e spelacchiato che si era prepotentemente intromesso a scombinargli i piani!
Non c’era verso di farlo interagire con Harvey e ogni volta che il piccolo curiosone gli si avvicinava, lui girava prontamente i tacchi con in volto un’espressione di disgusto.
Ci avevo provato infinite volte a convincere il mio primogenito, ma senza successo. Mi sarebbe bastato che resistesse dieci secondi nei paraggi di suo fratello, giusto il tempo di una foto ricordo: «Te ne pregooo!»
Nulla: la repulsione che Nath provava per quell’altro era peggio della mia per il gorgonzola!
Non mi restò che tentare l’impossibile: se da coscienti non c’era speranza che facessero lavoro di squadra, mentre dormivano tornavo a comandare io, a patto di riuscire a non svegliarli!
Il mio ambizioso piano contemplava una lunga e meticolosa preparazione:
- punto primo: svegliarli al mattino in contemporanea, di modo che il secondo riposino di Harvey coincidesse con il primo di Nathan dopo pranzo.
- punto secondo: Il pranzo. Invece di mettere a letto il più piccolo e poi dedicarmi con comodità a sfamare e addormentare il secondo, dovevano mangiare in contemporanea per poi addormentarsi, quasi insieme.
- punto terzo: la preparazione della stanza. Ovviamente essendo i tempi stretti e le condizioni improponibili, bisognava che tutto fosse pronto per l’ora x, quando si sarebbero accesi i riflettori. Il migliore dei miei copriletti era già stato adagiato sul lettone, la macchina fotografica carica giaceva su un ripiano pronta all’uso e soprattuto l’aspirapolvere era stato collegato nei paraggi. Certo: l’aspirapolvere. Quale genitore alle prese con il sonno incostante dei propri infanti non conosce i benefici effetti del suono soporifero dell’aspirapolvere?!
Pronti? Via!
Dopo aver addormentato Harvey allattandolo direttamente sul set, si passava alla fase complicata.
Nathan era abituato a dormire nel suo lettino, non nel mio. Quindi dovetti addormentarlo in braccio perché non si accorgesse della novità, e da lì a sdraiarlo senza svegliarlo, ve la raccomando!
Ebbi bisogno di tutto il magico potere dell’aspirapolvere alla massima potenza, oltre che di ripetuti tentativi falliti, prima di avere la meglio.
Ebbene, una volta ottenuta la catalessi, potevo finalmente osservare due calamite dallo stesso polo, che, contro natura e con mia grande soddisfazione, giacevano una affianco all’altra senza respingersi!
Vi risparmio i dettagli della fatica che ci volle poi per passare dalla versione “due corpi defunti buttati su un letto” alla versione: “adorabili angioletti sognanti abbracciati l’uno all’altro”. Comunque, direi che, volendo, il risultato parla da sé. 😉